Imprese, crescono finanziamenti con appelli sul web ma in Italia la crescita è lenta

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| Luglio 01, 2016
Imprese, crescono finanziamenti con appelli sul web ma in Italia la crescita è lenta

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Sta crescendo in Italia, anche se in ritardo rispetto ad altri Paesi europei, il numero delle attività imprenditoriali che hanno cercato e trovato denaro rivolgendo un appello diffuso attraverso Internet, complici la riduzione dell’offerta di credito bancario e alcune recenti evoluzioni normative.

E’ quanto rivela il primo report italiano, aggiornato al 15 giugno 2016, realizzato dall’Osservatorio Crowdinvesting della School of Management del Politecnico di Milano.
Si chiamano equity crowdfunding, lending crowdfunding e invoice trading e sono nuove forme di finanziamento, a supporto soprattutto delle imprese ma anche di privati, che viaggiano sul web.

L’Osservatorio ne ha fotografato lo stato dell’arte scoprendo che il crowdinvesting nel 2015 ha raccolto risorse a livello mondiale per circa 28 mld di euro ma che l’Italia è molto indietro.
L’equity crowdfunding, ad esempio, cioè la raccolta di capitale attraverso la sottoscrizione diretta sul web di titoli partecipativi del capitale, nel 2015 ha raccolto nel mondo 2,56 miliardi di dollari, in gran parte destinati a startup. In Europa il mercato di riferimento è il Regno Unito, dove la principale piattaforma, CrowdCube, ha raccolto finora oltre 168 milioni di sterline. In Italia, solo nell’ultimo trimestre sono arrivate sul mercato 11 offerte.

Questo dovrebbe portare il mercato alla soglia di 9 mln entro l’anno, ora siamo a quota 5,565 milioni e comunque molto poco rispetto ad esempio al Regno Unito, dove solo nel 2015 di milioni ne sono stati raccolti 332.

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