Attenti blogger a copiare le notizie, si rischia il carcere

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| Febbraio 20, 2014

Oggi abbiamo iniziato il nostro post con un titolo che sembra un modo per attirare attenzione, uno dei quei titoli che nel giornalismo viene definito “titolo caldo”, Attenti blogger a copiare le notizie, si rischia il carcere.

Ebbene no, è semplicemente il titolo esatto di una vicenda che raccontiamo nel presente blog. Tutti gli esperti della comunicazione e soprattutto della Seo, sostengono che copiare articoli da altri siti comporta un rischio di penalizzazione da parte dei motori di ricerca che mediante i loro algoritmi verificano la situazione e penalizzano. Tutto giusto, naturalmente. Ma c’è di più. Un blogger è stato condannato da un tribunale ad un anno di reclusione per aver copiato un articolo che diffamava alcune persone, non è stato condannato per averlo ripreso ma perchè l’articolo era diffamatorio. La gravità della vicenda è che il giornalista ed il direttore della testata erano stati assolti, il tribunale riconosce ai giornalisti che il fatto non sussite ma condanna il blogger. Attenzione, c’è un fatto anche grave. La condanna è avvenuta senza beneficio di legge, ciò significa che in caso di condanna in appello, il blogger dovrà scontare la condanna ad un anno di reclusione. Ma andiamo con ordine e raccontiamo i fatti.

Il giornalista de l’Espresso, Riccardo Bocca, scrive un articolo relativo alla vicenda Why Not che vede uno scontro tra magistrati della procura di Salerno e Catanzaro, e viene denunciato per diffamazione da un magistrato che si riteneva calunniato. La denuncia viene fatta a Riccardo Bocca e al direttore de L’Espresso, che ne aveva avallato la pubblicazione. Bocca e il direttore nel 2012 vengono assolti, perchè il fatto non costituisce reato.

Un blogger aveva riportato la notizia sul suo blogger ma lo stesso viene condannato ad un anno di carcere. Per quale motivo il giornalista no ed il blogger si. Ecco la motivazione: “la diffusione dell’articolo su Internet come parametro per l’applicazione della sanzione della reclusione“. Dunque se non si è giornalisti ma si diffonde l’articolo su Interner secondo il giudice del tribunale di Roma si rischia la reclusione.

Il Blogger è stato dichiarato responsabile dei reati di cui agli art 595, terzo comma cp, e art 13 legge 47/1948 ( la legge sulla stampa), e condannato alla pena di anni uno di reclusione, senza benefici di legge

Ora secondo gli esperti ci sarebbe un’anomalia perchè la Cassazione ha sostenuto l’equiparazione tra l’attività giornalistica tradizionale e la stampa online, rimane il fatto che c’è una precisa presa di posizione di un tribunale ed una condanna ad un anno di reclusione.

Questa vicenda dimostra che un blog, o una pagina di un social network è uno strumento di comunicazione potente ed il suo uso va fatto con attenzione, anche riportando un articolo o cliccando mi piace su un post che può essere diffamatorio si rischia di essere coinvolti.

 

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